Si tratta di uno dei più antichi edifici di culto esistenti nella città di Reggio Calabria.
L'originario luogo di culto fu edificato forse nel corso del X secolo dedicato al Santissimo Salvatore. Dopo la peste degli anni 1576-1577,essa rimase chiusa al culto per diversi anni. Venne poi ristrutturata tra il XVI e il XVII secolo, ma con il terremoto del 1783 crollò la facciata, lasciando per alcuni decenni la chiesa abbandonata, finché, alla metà del XIX secolo il terreno dove essa sorgeva fu acquistato da un pasticcere reggino, Paolo Albanese, chiamato "Paulu Pipi", che diede il suo nome alla chiesa, a Krèsiê Pipi. Successivamente la chiesa del Trabocchetto perdette il titolo voluto da Paulu Pipi e fu denominata l'Immacolata Madre dei Poveri, dato che vi furono trasferiti gli arredi e le devozioni che avevano sede in due chiesette delle vicinanze, quella dell'Immacolata, dalla quale proviene la statua ottocentesca della Madonna, e quella della Madonna dei Poveri, dalla quale giunse l'omonimo quadro settecentesco. La chiesa venne poi restaurata e consacrata dall'arcivescovo Aurelio Sorrentino il 30 novembre 1980. In seguito, sono stati messi completamente in luce i preziosi resti delle antiche strutture bizantine e il parato murario ornato di graffiti e di nicchie ornamentali.
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