Sul Lungomare Falcomatà si trova uno dei tratti più estesi di cinta muraria ellenistica,
noto come "mura greche”. Furono scoperte dopo la demolizione delle mura cinquecentesche e medievali. Il tratto portato alla luce ha una lunghezza di 72 metri e uno spessore di circa 7 metri. Si presenta con un andamento rettilineoche segue la linea di costa ed è costituito da una doppia cortina con blocchi isodomi di arenaria locale disposti su due file parallele, con tratti perpendicolari di rinforzo. I vuoti tra le due cortine erano riempiti di terra e pietrisco (emplèkton) e su questa base veniva alzato il muro di mattoni cotti.
La parte conservata delle mura è di straordinario interesse: si tratta del punto in cui la fortificazione probabilmente deviava verso est, chiudendo il lato meridionale della cinta urbica della città. Qui si trovava il porto ubicato nella foce del vecchio corso del fiume Apsìas, oggi torrente Calopinace.La datazione precisa delle mura è stata oggetto di dibattito tra gli studiosi, ma si ritiene che siano state costruite dopo la metà del IV secolo a.C., quando Dionisio II, il tiranno di Siracusa, ricostruì la città di Reggio col nome di Febea, dedicata ad Apollo Febo. Altri studiosi pensano invece che le mura, così come si presentano, siano della fine del IV sec. a.C., testimoniando gli interventi di Dionisio II, della Repubblica Reggina e del re Agatocle.
Si tratta comunque di fortificazioni realizzate con la classica struttura delle mura difensive che la maggior parte delle poleis della Magna Grecia presenta tra la fine IV e inizi III sec. a.C..
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