Le Terme Romane, presenti nell’area archeologica che sorge in corrispondenza del tratto iniziale del lungomare Falcomatà,
sono le uniche oggi visibili tra i numerosi impianti rinvenuti in diverse parti della città. Furono scoperte nel 1886 durante la demolizione del Bastione di San Matteo sulla Marina, che costituiva una parte della fortificazione di epoca spagnola. Dopo il 1900 furono nuovamente interrate e a seguito del terremoto del 1908 furono ricoperte dal crollo del fabbricato delle scuole industriali. Negli anni 1917-18 fu intrapreso lo scavo, il consolidamento delle murature ed eseguita la recinzione che le inserisce nella fascia verde del lungomare.
Ciò che rimane dell'impianto originario della struttura, pertinente ad un complesso privato di epoca imperiale, include una vasca ellittica per bagni caldi preceduta da una serie di ambienti riscaldati come il tepidarium e il calidarium, una vasca quadrata per bagni freddi e un piccolo spogliatoio semicircolare con un pavimento a mosaico in bianco e nero. Il mosaico risale al II-III secolo d.C. in stile geometrico ed è realizzato con tessere bianche di calcare e tessere nere in pietra lavica proveniente dalla Sicilia o dalle Isole Eolie. Una piccola parte della cornice è stata restaurata con tessere grigie.
Il motivo decorativo centrale del pavimento a mosaico è costituito da una composizione di file di grandi esagoni allungati, uniti per la base, che creano una serie di piccoli rombi tracciati in nero su fondo bianco. La decorazione bicroma si limita alla parte centrale del pavimento ed è delimitata da una cornice rettangolare nera, circondata da una larga bordura bianca.I resti si intersecano con una struttura muraria estranea al complesso, probabilmente dovuta alla successiva costruzione di monumenti ecclesiastici nella zona o, più verosimilmente, dovuta alla costruzione dell’argine di contenimento del fiume Calopinace che quivi scorreva. Durante il rinvenimento delle terme, furono trovati frammenti di stucchi dipinti, colonne di granito e laterizi.
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